Yoga e terza età

Yoga e terza età Roma

La pratica dello yoga per far si che “l’età della saggezza” non sia più vissuta come un malessere ma come una delle fasi della vita!!

Quando il funzionamento del corpo fisico inizia a dare segni di inefficienza, quando il livello di energia nel corpo e nella mente non basta per poter far fronte alle necessità basilari, prendiamo coscienza di una fase dell’ esistenza: questa fase è conosciuta come “ vecchiaia” .

L’anziano sente continuamente il suo corpo come un peso e tristemente si lamenta di essere vecchio.  Questo atteggiamento conduce al punto di considerare la vecchiaia come una malattia e non come una fase della propria vita.

L’anziano pensa che lo yoga sia una cosa e la salute un’altra, e l’immagine che se ne fa è quella di una strana disciplina adatta ad aspiranti contorsionisti. Naturalmente tutto questo è la conseguenza di un’informazione insufficiente, che considera generalmente lo yoga non adatto alla terza età.

Ed è per questo che è necessario favorire nell’anziano la presa di coscienza dell’importanza dell’attività che può ancora svolgere per partecipare, così, mediante una nuova stimolazione dei processi di apprendimento, alla crescita personale in qualità di vero e diretto protagonista della sua vita .

L’anziano deve essere stimolato ad esprimere se stesso, a coltivare tutte le sue capacità e funzioni per integrarsi ed armonizzare le conoscenze di nuove dimensioni del proprio essere.

Sul piano fisico uno dei principali problemi della vecchiaia in genere è la progressiva mancanza di movimento, fino ad arrivare a quella che in termini medici viene definita sindrome ipocinetica ovvero una serie di manifestazioni patologiche legate alla riduzione del movimento stesso.   La medicina indica le principali alterazione della vecchiaia che in genere sono: l’incurvamento e la deformazione della colonna vertebrale, il logoramento del muscolo cardiaco, la difettosa circolazione del sangue, l’atrofia delle varie ghiandole endocrine ed una relativa diminuzione dei poteri di resistenza alle malattie dell’individuo e l’arteriosclerosi. Inoltre è opportuno accennare anche al fenomeno dell’osteoartrosi e osteoporosi che sono la causa principale del logoramento della struttura ossea. Gli anziani perciò rappresentano una ridotta densità ossea, mentre le proprietà chimiche dello scheletro rimangono invariate; la possibilità d’incidenza delle fratture è maggiore in quanto la densità è minore.

Nell’anziano inoltre facilmente si riscontra una ridotta capacità respiratoria, dovuta spesso alla riduzione della massa muscolare attiva del torace e del diaframma e ad un irrigidimento delle articolazioni costo– vertebrali e costo–sternali, che portano inevitabilmente ad un’accentuazione della cifosi dorsale. Ridotta in questa maniera la mobilità della cassa toracica aumenta la quantità d’aria che rimane nel polmone dopo un’espirazione, con conseguente incapacità di una profonda inspirazione che comporta un ridotto apporto di aria.

Un altro disturbo riscontrabile non solo nell’anziano ma oramai diffusa anche tra i giovani è la sindrome depressiva caratterizzata da un’alterazione dell’umore tendente a manifestarsi con sintomi di profonda tristezza e di sconforto, da un senso di inutilità, d’incapacità, a volte di autoaccusa e di colpa.

Che fare, dunque,  per  affrontare questa fase della nostra vita ?

Lo yoga certamente può agire al fine di prevenire o eventualmente in parte contrastare le varie patologie sopra descritte. Un principio fondamentale da seguire è che prima di decidere di iniziare un corso di yoga è necessario sottolineare l’utilità di una visita medica per stabilire se è possibile iniziare  un lavoro sul corpo.

E’ bene precisare inoltre che lo yoga non agisce tanto sul processo d’invecchiamento, quanto sui fenomeni patologici che molto spesso accompagnano questa fase della vita. Quindi possiamo parlare di yoga solo come prevenzione dei disturbi principali e specifici dell’invecchiamento.

Ma cosa ci insegna lo yoga e perché praticarlo ad una certa età?

Lo yoga ci insegna ad ascoltare ed osservare il nostro corpo.

La pratica dello yoga non è solo finalizzata ad una corretta esecuzione del movimento ma ci insegna a rispettare il nostro corpo, ad accoglierne  i  limiti e soprattutto a non andare oltre i limiti che manifesta . Accogliere ciò che possiamo fare senza sentirsi inadeguati è il grande dono che lo yoga ci offre ed imparare a percepire che anche solo dopo un semplice esercizio di respirazione o di allungamento muscolare possiamo sentire del benessere, possiamo ritrovare lo stato di agio e tranquillità.

La pratica dello yoga diventa un’occasione per rispettare il proprio corpo, per amarlo così com’è con i propri limiti e debolezze. Imparare a guidarlo  con lentezza e gradualità è il   grande dono e comprendere che lo stato di agio e di benessere può essere percepito a qualsiasi età.

 

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